Il video qui sopra ha scatenato nei giorni scorsi una serie di commenti sulla nostra pagina Facebook . Grazie a tutti per i contributi, tutti con interessanti spunti su cui riflettere. Va precisato però che è facile parlare dietro una tastiera o dalla banchina, altro paio di maniche è trovarsi dietro il timone…

Anche perché la vela è un mondo con poche verità assolute, esempio calzante è la diversa convinzione circa la posizione del timoniere in fase di ormeggio tra gli amici Andrea e Cesare: nessuna delle due è sbagliata. È vero che governando a prua del timone è facile confondersi tra marcia avanti e marcia indietro, ma è altrettanto vero che non si è costretti a continue torsioni del busto per avere sotto controllo gli spigoli della poppa. Come sempre, tutto è relativo e non esiste sempre un “giusto” in senso assoluto, tutto dipende dalla situazione specifica e dalle preferenze o abitudini di ognuno.

Ma veniamo al botto della sfortunata coppia greca. Cosa hanno sbagliato? Secondo me nulla… certo potevano avvicinarsi con meno abrivio (o abrivo, che dir si voglia) visto che non sembra esserci tanto vento (l’acqua è quasi olio e la bandiera non sventola), ma a parte questo non credo abbiano commesso gravi errori. Anzi, tutto sommato stavano ormeggiando nel modo corretto: la traiettoria di avvicinamento era corretta ovvero in asse all’ormeggio e senza troppe zigzagate, c’erano persone pronte a lanciare le cime di poppa e a bordo si è sempre mantenuta la calma (fondamentale). Unica nota di biasimo: non avevano parabordi a parte quello di poppa (che poi è servito), magari hanno notato che l’unica barca a fianco ne aveva in abbondanza, ma sulla questione parabordi io mi affido alla saggezza latina “melius abundare quam deficere”…

Il problema è nato quando si è tentato di rallentare la marcia indietro, si vede benissimo che la Comandante(ssa) ha più volte “affondato” (correttamente) la marcia avanti per fermare la barca senza produrre alcun effetto al moto della stessa. Quindi? Che sarà successo? Sicuramente un’avaria… ma quale?

Potrebbe essersi rotto, o meglio, incastrato a marcia indietro l’invertitore cosa che purtroppo succede soprattutto quando non lo si tratta “in modo delicato” e non lo si manutiene a dovere. Possibile, ma poco probabile perché se così fosse stato, le “sgasate” a marcia avanti avrebbero prodotto un’accelerazione a marcia indietro, cosa che non sembra essere avvenuta.

Un’altra ipotesi potrebbe essere lo spegnimento del motore ma anche questa è poco plausibile perché oltre ad essere infrequente, non si spiegherebbero i ripetuti tentativi sul leveraggio. In questi casi ci si precipita sul quadro dell’avviamento a velocità warp sperando di essere più celeri della banchina, cosa che non è avvenuta anche perché è una questione di pochissimi secondi e la posizione prodiera rispetto al timone non avrebbe aiutato…

Comunque è difficile accreditare o scartare questa ipotesi perché non si vede lo scarico del raffreddamento del motore che ne avrebbe indicato lo stato.

Secondo me, molto più probabilmente, si è rotto il filo del gas, cosa che a me è personalmente accaduta qualche anno fa. Sembra filare tutto liscio fino alla fine, si ingrana la retro e si sente il classico colpetto dell’invertitore ma l’accelerata sulla leva non produce un bel nulla (dal leveraggio partono due fili: uno va all’invertitore e cambia la marcia da avanti a indietro; l’altro alla pompa di iniezione e aumenta/diminuisce il numero di giri del motore). Io, al contrario loro, fui fortunato perché me ne accorsi prima di iniziare la manovra d’ormeggio che, non essendoci tanto vento, potei ultimare anche con il motore al minimo senza danni. Questo spiegherebbe la completa inefficacia della leva spostata, anche generosamente, in tutte le direzioni.

Quindi alla fine si riduce tutto alla “sfortuna”, per chi ci crede…

Per chi come me invece non crede alla sfortuna o quantomeno crede si possa limitare, darà una nuova connotazione al concetto “manutenzione ordinaria del motore” e non ignorerà più tutti quei “rumoretti” che il motore è solito darci prima di farci uno scherzetto.

Un altro spunto molto importante che questo video amatoriale ci offre è quello sulla sicurezza. Una delle persone in banchina, mossa giustamente dallo spirito marinaresco che non lesina aiuto a chi lo necessita, ha commesso non poche imprudenze che sarebbero davvero potute sfociare in tragedia. Prima cerca di attenuare l’impatto con un piede poi, forse credendosi Superman, tenta un improbabile volo dagli esiti catastrofici (chi si ricorda Ralph Supermaxieroe?). Scherzi a parte, tentare di fermare una barca più o meno di 8 tonnellate che si avvicina anche a soli due nodi già è poco furbo, tentare di farlo con un piede invece è proprio da incoscienti. Infatti, se il piede scivola e la gamba si frappone tra banchina e poppa le conseguenze sono davvero catastrofiche! Meglio andare in cantiere che al Pronto Soccorso! Anche il gesto (poco) atletico è stato inutile e pericoloso. A bordo c’era già una persona ed un’altra era salita appena la barca ha impattato. A parte la figuraccia, cui prodest? Tra l’altro, finire in acqua vicino all’elica in moto di una barca vistosamente fuori controllo non è proprio il massimo. Immaginate se per qualsiasi motivo la barca avesse preso la marcia indietro di nuovo verso la banchina… chi c’era tra la poppa e il cemento?

Sogliola o polpette? Ricordatevi sempre di accendere il cervello prima di fare (o dire) qualsiasi cosa.

Buon vento a tutti!

Giordano


Giordano

Fondatore, istruttore.